Camminando sui marciapiedi della mia città, Desio, ma anche per
altri centri urbani dell’interlan o addirittura la stessa Milano, mi accorgo
ancora di inoltrarmi un campo minato dagli escrementi canini. Una vera piaga
per le nostre città. Ricordo con affetto la scuola elementare con l’insegnamento
civico: rispettare le persone anziane, non buttare le carte per terra o dal
finestrino, esistono i cestini per quest’ultimo( a volte!commento
), la
carta della caramella mettila in tasca, a casa mamma la butta, la segnaletica
stradale, come si attraversa una strada etc. Penso di averle dette tutte, ma per
tenere il cane, invece, senza dar fastidio ad altri e sporcare in giro?
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Per la legge italiana,
ora, il miglior amico dell’uomo è un appartenente al nucleo familiare, anche lui
andrebbe educato e amministrato e su
certe questioni di igiene non se ne può dare una colpa. Sin dagli anni 90 sono stato
incaricato dal comune di Milano di stimare
il progetto delle nuove aree cani, cosa che allora partiva come una nuova
avventura: aree attrezzate per accogliere cane e padrone, dove il primo poteva
scorazzare liberamente senza museruola. Queste erano costituite da un seminativo
erboso, qualche paletto, rete di delimitazione e protezione, in quanto gli
animali tendenzialmente venivano sciolti, opportuna segnaletica informativa e
proibitiva e il distributore di paletta-sacchettino all’ingresso del parco.
Allora innovativo per la cittadinanza milanese.
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L’area cani, così come descritto costruita, si presenta attualmente
priva di manto erboso, per il grattare abituale del cane, dove quest’ultimi si
trovano a rotolare nel fango e non aggiungo altro; il giardiniere manutentore,
a mio parere, necessiterebbe di protezioni maggiorate, in quanto vi è un rischio biologico: il motivo è di facile immaginazione.
Quest’ultima soluzione aveva sicuramente un aspetto
funzionale e innovativo all’epoca, ma
considerando che ancora si verificano sporcizie in giro, a mio parere, deve essere migliorata nell’aspetto, nella
funzionalità e nella possibilità di ampliamento e divulgazione, questo tipo
di opera, anche a livello culturale.
Il proposito che propongo è questo: creare un isola di pace
tra cane, uomo e amministrazione. Il modo per
instaurare una certa sensibilità e funzionalità a questo sistema è
quella di sostituire il fondo erboso con un tappeto erboso sintetico e
delimitare l’area come si faceva col vecchio sistema. L’innovazione sta che si
può costruire in qualsiasi ambiente, persino in una piazza, l’importante che vi
sia la presenza di una rete drenante apposita per i liquami sotto il manto sintetico:
se fosse su terra non si necessiterebbe di fognatura, massimo si prevede un
fondo di sabbia o ghiaia.
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Il sistema funziona con la presenza in loco del distributore
della paletta- bustina, e cestino per l’apposita raccolta. Il cane se fa pipì
non succede nulla, il tappeto sintetico è drenante, i liquidi vanno in falda o
magari in un pozzo perdente; se fa la
pupù il padrone è obbligato a fare il suo dovere come se fosse su strada: a
raccogliere. Chiaramente il precipitare delle deiezione sul manto sintetico non
rende la superficie salubre e quindi
anche le amministrazioni devono svolgere il loro senso civico: quello di mantenere
pulito il manto sintetico con dei prodotti detergenti ogni qual volta se ne
necessiti. La polizia locale ha il dovere di multare i trasgressori e segnalare le anomalie. Il sistema ha un
maggior controllo se installato in una piazza.
Questo sicuramente farebbe notare lo sforzo amministrativo,
per far si che qualsiasi cittadino trova piacere a rispettare le nuove
normative vigenti , le città e l’amore per i cani e l'uomo.
Il mio contributo.
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