sabato 28 febbraio 2015

Cydalima perspectalis minaccia i Buxus

La prima segnalazione in Europa risale al 2007 in Germania. Negli anni successivi il parassita ha continuato a diffondersi raggiungendo l'anno dopo Francia, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi; nel 2009 rilevato in Austria e Olanda; infine a luglio 2011 il suo primo rinvenimento in Italia, in Lombardia, nella provincia di Como.Temendone rapida diffusione, nel 2007 viene inserito dall’ EPPO (European and Mediterranean Plant Protecion Organization) nella lista di allerta (Eppo alert list) dove rimane per più di tre anni. Nel 2011 viene ritenuta sufficiente la segnalazione data, quindi, in assenza di particolari richieste dai paesi membri EPPO per contrastare l’insetto, viene eliminato dalla lista di allerta. Fortunatamente non si tratta di un fitofago da quarantena, ma le larve che si nutrono delle foglie di bosso sono causa di ingenti danni estetici, fisiologici ed economici.

Descrizione e biologia. L'adulto è una farfalla con apertura alare di quattro cm e ali di colore bianco con sfumature dorate tendenti al violaceo e bordi di color marrone. Il ciclo biologico in Europa non è ancora chiaro: le prime osservazioni fatte in Germania e in Italia sembrano dimostrare che l’insetto compia quattro generazioni all’anno e che riesca a svernare comecrisalide sulle piante. L’anno successivo, durante il mese di marzo con il raggiungimento di 20°C della temperatura, viene completato lo sviluppo, gli adulti sfarfallano e attraverso la deposizione delle uova danno il via alla prima generazione. La farfalla vive mediamente 8 giorni e può volare anche per diversi chilometri. Nonostante la sua capacità di volo eccellente, la causa principali della sua diffusione nei nuovi areali molto distanti da quelli d’origine è il trasporto di piante di bosso provenienti da altri paesi infestate da uova, larve e crisalidi. Le uova, grandi pochi millimetri, sono deposte a gruppi di 25-30, parzialmente sormontate l’una all’altra, al di sotto della pagina fogliare. Inizialmente di colore giallo pallido quasi trasparenti, esse imbruniscono con la maturazione. Le larve di colore verde giallastro sono caratterizzate da bande nere e striature bianche lungo tutto il corpo, sono inoltre ricoperte di peli radi che si sviluppano da pustole nere presenti longitudinalmente sul corpo. A maturità raggiungono i quattro cm e sono le responsabili dei principali danni estetici, nutrendosi delle foglie e dei germogli. Elevati livelli d’infestazione possono determinare la completa defogliazione delle piante sulle quali si nota la presenza di una fitta rete di fili di seta. Impiegano circa 25 giorni per arrivare a maturità e trasformarsi in crisalide.
Le crisalidi misurano 2 cm, ed hanno inizialmente un colore verde con strisce nere lungo la parte dorsale, per divenire di colore marrone scuro con la maturazione. Si trovano ben nascoste all’interno della vegetazione dove, grazie ai fili di seta, rimangono attaccate alle foglie per circa 14 giorni, tempo necessario a svilupparsi nuovamente in adulti.
Al termine della terza generazione la crisalide non matura subito, ma sverna in attesa delle condizioni termiche favorevoli della primavera. 
 
Prevenzione e difesa. La prevenzione attualmente è limitata al controllo delle piante in arrivo dai paesi contaminati; è necessario verificare che non siano presenti chiari segni di attacchi, uova, larve o crisalidi sopra le piante di bosso acquistate. Quando l’ insetto ha colonizzato con successo un nuovo areale, diffondendosi velocemente, l’unica soluzione possibile è intervenire con trattamenti insetticidi mirati. La lotta contro questo defogliatore può essere di tipo biologico, chimico o biotecnologico. Possono essere utilizzati prodotti di origine naturale come quelli a base di Piretro oppure di Bacillus thurigiensis var. kurstaki. La lotta chimica e biotecnologica deve essere eseguita utilizzando agrofarmaci autorizzati al tipo di trattamento menzionato. Considerando le numerose generazioni che questo lepidottero svolge ed i diversi stadi di sviluppo compiuti in una stagione, potrebbe risultare molto efficiente la miscela tra un prodotto biotecnologico (regolatori di crescita, chitino-inibitori) insieme a insetticidi abbattenti. Il momento più indicato per effettuare i trattamenti e prevenire il danno è durante la schiusura delle uova 

venerdì 27 febbraio 2015

Triangolo verde di Gianni Pisciotta

L'azienda agricola TRIANGOLO VERDE piante nasce nel 1997 con l'amore per la natura è la voglia di fare di Gianni Piscotta. la nostra sede produttiva e' situata nel Valdarno superiore, al centro delle Provincie di Siena, Arezzo, e Firenze, ai piedi del famoso Chianti, terra famosa per il vino e per l'olio extra vergine di oliva. Il vivaio ad oggi produce piante da siepe, arbusti da fiore, rosai e piante d'alberatura, tutte in contenitore. Lavoriamo tutti i giorni col nostro personale, con soddisfazione e tanta umiltà', cercando di produrre le nostre piante al meglio. La produzione inizia dalla talea o dalla semina, seguendo passo a passo tutte le fasi necessarie, fino ad arrivare al prodotto finito pronto per la consegna nelle vostre sedi. Per un miglior impatto col la natura cerchiamo di utilizzare al massimo possibile materiali biologici. Abbiamo sviluppato un servizio di consegna sia su pallet da circa 200 pezzi oppure tramite i nostri mezzi, su tutto il territorio nazionale. Ci rivolgiamo a garden center, vivaisti, paesaggisti, giardinieri, grande distribuzione, rivenditori e grossisti. Per tutti questi motivi, ci farebbe piacere lavorare con voi. Cogliamo l'occasione per augurarvi un ottima e proficua stagione.
   

Accordo tra Triangolo Verde e Creare Giardini



martedì 24 febbraio 2015

I DISERBANTI NON SONO INNOCUI. ECCO I DANNI DOVUTI AL GLIFOSATE

Come molti medici hanno imparato e hanno potuto verificare, moltissime malattie hanno la loro origine nel cattivo funzionamento della flora batterica intestinale.
spraying-460x276Nell’esperienza di molti medici e pazienti l’alimento che più frequentemente si è ipotizzato e spesso verificato essere concausa dell’alterazione della flora batterica è il latte e i suoi derivati (1), (2), (3), fatto comprensibile se si considera come e con cosa sono nutrite, curate ed allevate le mucche. L’esclusione dei latticini dalla dieta ha dato risultati positivi in molte persone, anche se non in modo del tutto risolutivo, ma ha aperto la strada alla comprensione di un meccanismo patogenetico fondamentale per l’instaurarsi di molte malattie, quello della disbiosi intestinale (4), dell’alterazione della flora batterica.
Partendo dalla conoscenza di questo meccanismo si sono cercate altre cause di danno, e l’ipotesi che il glutine possa esserne una causa è molto accreditata (5) (6). Una grande percentuale delle farine di frumento che ora si trovano in commercio hanno un contenuto di glutine che negli ultimi 20-30 anni è aumentato dal 7-8% al 12% e più, per effetto della selezione di varietà che ne contengono sempre maggiore quantità, perché il mercato le valuta di maggior pregio per la maggiore duttilità nei processi di lavorazione.
Sicuramente questo fatto riveste un ruolo importante nel meccanismo della disbiosi ma in seguito, leggendo l’articolo citato (4) si possono formulare altre ipotesi veramente preoccupanti, legate all’uso del glifosate, un diserbante che può causare molti danni alla salute umana.
I suoi inventori e produttori hanno sempre sostenuto che esso è innocuo per i mammiferi perché l’enzima su cui agisce non è presente in essi. E questo è vero, ma sono emersi altri aspetti preoccupanti.
Studiando gli effetti del glifosate (4, cit.) i ricercatori hanno messo in evidenza alcuni modelli di patogenesi.
Il primo è la chelazione di molti minerali presenti nel terreno. Calcio, ferro, cobalto (7), rame, magnesio, manganese, nichel, zinco diventano insolubili, non assorbibili e quindi indisponibili alle funzioni fisiologiche ed enzimatiche di cui sono cofattori indispensabili, il che comporta l’inefficienza di molte catene enzimatiche(8)(9). Una di queste catene è quella del citocromo P450 (10), importante nel processo di detossificazione degli xeno-bionti. E’ un enzima, o meglio una catena di enzimi, che ha un ruolo fondamentale e specifico nella rimozione dei farmaci e di altre molecole estranee.
Il secondo meccanismo riguarda il trasporto dello zolfo e la sintesi degli aminoacidi aromatici (11) fenilalanina e tirosina e dei composti fenolici come la metionina, basata sulla presenza dello zolfo. Questi meccanismi hanno implicazioni profonde e fondamentali (12). Tutte queste azioni di sintesi di aminoacidi e vitamine avvengono del tubo gastroenterico, e ne è protagonista la flora batterica intestinale. E’ quella la principale officina che fabbrica le nostre vitamine, i nostri aminoacidi. La quantità di materiale genetico contenuta nelle cellule dei batteri intestinali è pari all’80% del totale di quella contenuta in un corpo umano (13), se questo dato può esprimere la “loro laboriosità” e l’importanza della loro “salute”.
Quindi il glifosate(14) anche se non agisce sulle cellule dei mammiferi, è capace di distruggere la loro (nostra) flora batterica. Di conseguenza è stata formulata l’ipotesi che l’aumento della frequenza della celiachia e delle intolleranze alimentari dipenda sì dalla scarsa qualità del cibo e dal suo contenuto in glutine, ma anche dalla ridotta efficienza della flora batterica intestinale alterata. La disbiosi intestinale causa alterazioni della funzionalità dell’intestino, della capacità di riassorbimento, dell’integrità e del trofismo della mucosa, del diametro dei suoi pori, e quindi la possibilità delle molecole di attraversare la parete intestinale con conseguente minore o maggiore attivazione e risposta del sistema immunitario. Le Placche del Peyer sono la prima e forse più importante stazione del sistema immunitario (15). E’ verosimile che a causa dell’infiammazione cronica delle pareti intestinali nascano poi le malattie autoimmuni e le malattie degenerative, ma anche il diabete e le malattie dismetaboliche, cardiovascolari, degenerative e neoplastiche(16) e anche patologie psichiatriche come l’autismo(17).
In veterinaria si è già dimostrato che alimentando polli con cibi che contengono glifosate avviene una selezione della flora batterica per cui scompaiono molti lattobacilli e compare il Clostridium Difficilis (18), che è causa di malattie già descritte e diffuse fra i polli e difficilmente curabili.
Che cosa avviene invece negli umani? Di seguito propongo una rassegna della letteratura scientifica internazionale sui principali effetti che questo micidiale prodotto può provocare.
La deplezione di serotonina può essere causa dell’obesità (19), mentre la deplezione di fenilalanina provoca deficit di tirosina e quindi di dopamina, che può essere causa dell’aumento di malattia di Alzheimer(20). Invece la mancanza di zolfo, per il suo ruolo nella sintesi del colesterolo precursore del testosterone, e la contemporanea carenza di zinco possono essere concausa della diffusissima ed ingravescente infertilità maschile(21),(22).
Tutto questo sta avvenendo anche per la specie umana. Il 70% della terra arabile del pianeta è trattato con glifosate, più del 70% del cibo ne contiene tracce. Metà dei cittadini europei non esposti direttamente in agricoltura a loro volta ne hanno traccia nell’urina(23).Grazie anche al fatto che è ormai diffusa una pratica agricola potenzialmente genocida, l’accelerazione della maturazione del grano attraverso il trattamento del grano in fase di prematurazione con glifosate, per ottenere una sua più rapida essicazione(24). Purtroppo poi viene rapidamente trasformato in farina e messo sul mercato nelle forme che tutti conosciamo
Molti studiosi ritengono che a causa della diffusione e della concentrazione del glifosate stia avvenendo una sperimentazione a carico della specie umana su una scala senza precedenti, un esempio perfetto di rottura profonda dell’omeostasi naturale da parte di una tossina ambientale (25), (26).
Ci sono studi che dimostrano la relazione tra aumento dell’uso di glifosate e l’aumento delle diagnosi di autismo (17, cit), di tumori della tiroide, di morti per malattie intestinali. Sono dimostrate relazioni tra glifosate e i tumori della mammella estrogeno-dipendenti (27), difetti alla nascita (28) (29), con i linfomi non Hodgkin (30), (31), del testicolo e i mielomi. Queste sono le principali e più recenti informazioni sugli effetti del glifosate.
Un’autentica minaccia si aggira per il mondo e minaccia soprattutto le generazioni future. In una ricerca negli USA su madri che allattano nel 30% dei casi si trova glifosate nel latte materno a concentrazioni anche cento volte più elevate di quelle ammesse nell’acqua per ritenerla potabile(32). E nessuno può ancora dire quali effetti ci saranno sulle generazioni future, quali meccanismi epigenetici saranno innescati e come si manifesteranno.
Data la latenza con cui si manifestano i suoi effetti, siamo solo all’inizio della percezione del danno, di cui vediamo solo la punta dell’iceberg. Il potere del convincimento della multinazionale che lo produce, la comodità e l’immediato interesse economico dei contadini, la disinformazione sistematica costituiscono una barriera quasi inespugnabile.
Nel resto del mondo il glifosate è legato alla coltivazione OGM, e i prodotti OGM ne contengono tutti, mentre in Italia esse sono vietate dalle regioni, ma non per questo in Italia se ne usa poco. Gli unici dati disponibili sono i 55 000 litri della provincia di Treviso e i 290 000 della provincia di Ravenna. Da questi si può estrapolare che nella provincia di Verona se ne usino tranquillamente 200 000 litri/anno. L’unica regione in cui è dosato nelle acque superficiali è la Lombardia, dove ne è trovato nell’80% dei campioni delle acque superficiali.
Anche questo dato non può essere ignorato dalla classe medica e un ampio dibattito dovrebbe scaturire su questi temi, soprattutto pensando che la nostra provincia è quella in cui si usano più pesticidi di tutta l’Europa.
Dr Giovanni Beghini

sabato 21 febbraio 2015

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venerdì 20 febbraio 2015

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Potare le rose: quando e come farlo. Tecniche e consigli

Quando e come potare le rose? In genere per quanto riguarda le rose si parla di due o tre potature: una potatura invernale e una potatura estiva, più una eventuale potatura autunnale. La potatura invernale delle rose avviene normalmente a fine inverno, quando la pianta è a riposo e prima che si sviluppano nuovi boccioli.
    
Dunque febbraio rappresenta il mese ideale per la potatura principale delle rose. Siamo nel periodo giusto per occuparci delle rose del nostro giardino in modo che fioriscano al meglio durante la prossima primavera e arricchiscano di colore il luogo in cui viviamo.

Quando potare le rose

La vostra pianta di rose è molto giovane? Tenete conto che in genere si consiglia di non potare le rose per i primi due anni. Così le piante possono svilupparsi e infoltirsi. La potatura invernale permette di rimuovere i rami secchi e rovinati dal freddo, con la potatura estiva si eliminano i fiori appassiti per favorire la comparsa di nuove rose, mentre in autunno si eliminano foglie e rose secche e foglie cadute.

La potatura autunnale e invernale delle rose

Per quanto riguarda la potatura delle rose quando le piante si trovano a riposo, si parla di potatura autunnale o invernale. Si interviene quando le piante hanno concluso il proprio ciclo di fioritura. In autunno si eliminano foglie secche e cadute e fiori appassiti. In inverno si potano i rami secchi e sofferenti con tagli netti, eseguiti poco al di sopra della gemma.

La potatura estiva delle rose

Chi lo desidera può eseguire durante l'anno una seconda potatura delle rose. Si tratta della potatura estiva, che avviene quando le piante sono ancora in fiore. L'obiettivo consiste nell'eliminare le rose ormai appassite per dare la possibilità alla pianta di deliziarci con una nuova fioritura.
Infatti la potatura estiva delle rose serve proprio ad eliminare i fiori secchi e appassiti e a facilitare nuove fioriture. La potatura estiva dei fiori appassiti non è comunque obbligatoria e viene consigliata soprattutto per le piante di rose e i rosai a fiori grandi.

Come potare le rose

La potatura vera e propria delle rose si effettua in inverno. Le modalità di potatura possono variare a seconda della varietà di rose di cui dobbiamo prenderci cura. In ogni caso, comune alle varie piante di rose è l'esigenza di eliminare i rami secchi e appassiti, o che creano disordine e eccessivo affollamento nella pianta.
In autunno l'intervento riguarda soprattutto la rimozione delle foglie secche e delle foglie cadute, oltre che dei fiori appassiti rimasti, mentre a fine inverno ci si occupa solitamente dei rami secchi e che hanno patito il freddo.
In questo modo si favoriscono la circolazione dell'aria e della luce tra i rami delle piante di rose, anche nella parte interna. La potatura si effettua al di sopra della gemma sana presente nel ramo selezionato. Il taglio deve essere obliquo e in direzione opposta alla gemma.
 potatura rose

Potare le rose a fine inverno

Ecco un video utile che vi permette di comprendere meglio come procedere nella potatura delle rose a fine inverno, in modo da favorire la nascita del maggior numero di rami nuovi e di fiori primaverili.
Questo tipo di potatura permette di rimuovere i rami rovinati dall'inverno delle rose ad arbusto. Dovrete osservare la vostra pianta di rose per eliminare i rami compromessi dal freddo. Sarebbe bene accorciare ogni ramo cercando di mantenere solo 2 o 3 gemme. Cercate di effettuare le potature sopra le gemme rivolte verso l'esterno dell'arbusto.
Se le rose sono rampicanti, invece, i rami rimarranno più lunghi. Per i rami sani e robusti si manterranno 5 o 6 gemme, mentre si elimineranno comunque le parti dei rami rovinati. Per favorire lo sviluppo delle rose rampicanti è necessario utilizzare un graticcio per il sostegno dei rami. In autunno, a conclusione della fioritura primaverile e estiva, si interviene per eliminare tutti i fiori appassiti, le foglie secche e i rami troppo lunghi.
come potare rose

Potare le rose sfiorite in estate

Le nuove rose sbocciano solo su rami nuovi, ecco perché è importante effettuare potature intelligenti nei periodi dell'anno più adatti. A fine estate poterete le rose sfiorite. Dovrete rimuovere i rami portatori dei fiori appassiti per favorire lo sviluppo di nuovi fiori. Se durante la primavera e l'estate i rami sono cresciuti molto, potrete accorciarli con forbici affilate. La cicatrice di taglio, se è molto grande, può essere coperta con del mastice per potature.
Ecco un video che vi sarà d'aiuto per capire meglio come potare le rose in estate.

lunedì 16 febbraio 2015

Le Rose moderne

Nel XIX secolo, grazie ai sempre più numerosi contatti con l’Oriente, la Rosa chinensis e le varietà da lei derivanti giunsero anche in Occidente e vennero subito usate per creare nuove cultivar, ibridandole con quelle che chiamiamo “rose antiche”. I nuovi ibridi acquistarono dalla Rosa chinensis le foglie lucide e scure che oggi tutti conosciamo e introdusse nuove sfumature di colore. Ma la caratteristica che più rivoluzionò le rose europee fu la rifiorenza. Cominciò così il percorso che portò alla nascita delle “rose moderne”.
La rosa HT "La France".
La rosa HT “La France”.
Se si vuole fissare una data di nascita delle rose moderne si può prendere come riferimento il 1867, anno in cui fu selezionato il primo ibrido di tea, la rosa “La France”.
Come per le rose antiche, anche le moderne si dividono in diversi gruppi, a seconda della loro derivazione e delle loro caratteristiche.
Le rose arbustive moderne si dividono in tre sottogruppi.
  • Gli ibridi di Rosa spinosissima, una specie molto diffusa in natura, stolonifera e quindi utile a chi voglia ricoprire declivi o tappezzare dei terreni. Oggi i botanici hanno riunito in una stessa specie la Rosa spinosissima e la Rosa pimpinellifolia. Ne esistono anche forme a fiore doppio. Come dice il nome stesso, i rami sono fittamente ricoperti di spine.
  • Gli ibridi di Rosa eglanteria furono creati alla fine del XIX secolo in Inghilterra da Lord Penzance. Derivano dall’incrocio di Rosa eglanteria con alcuni ibridi perpetui, con delle rose Bourbon e delle varietà di Rosa foetida. Sono rose piuttosto rigogliose, a fiore doppio, quasi tutte rifiorenti. Arrivano solitamente a un’altezza di un paio di metri anche se ci sono varietà dal portamento più largo che alto.
  • Altri ibridi, derivanti per lo più da incroci tra le rose moderne e le rose botaniche, al fine di introdurre nelle nuove varietà la resistenza e la robustezza delle botaniche stesse. Data la variabilità delle loro origini, in questo sottogruppo ci sono cultivar di tipo molto diverso. Le dimensioni variano da meno di un metro fino a tre metri e più. I fiori possono essere semplici, doppi o stradoppi.
Le rose tappezzanti hanno un portamento prostrato e strisciante, che le rende particolarmente adatte a ricoprire scarpate, o a tappezzare il terreno
La rosa ibrida di spinosissima "Dunwich Rose".
La rosa ibrida di spinosissima “Dunwich Rose”.
alla base di piante più alte. I fiori, dei più svariati colori, sono solitamente piccoli e raccolti in grappoli. A seconda della varietà il fiore può essere semplice, doppio o stradoppio.
Le rose polyantha sono rose di piccole dimensioni, con fiori a grappolo, semplici, doppi o semidoppi. Sono le antenate delle moderne rose floribunda. Alcuni autori le inseriscono nelle rose antiche. In realtà sono tra le varietà “di passaggio” tra le antiche e le moderne.
Come tra le rose antiche, anche tra le moderne esistono le rose miniatura, varietà nane adatte a piccoli spazi, giardini rocciosi, angolini vuoti. Sono varietà delicate, di non semplice coltivazione e piuttosto prone alle malattie.
La rose HT "Magia Nera".
La rose HT “Magia Nera”.
Gli ibridi di tea, conosciuti anche come HT, sono le rose più famose e diffuse. Hanno fiore stradoppio, molto bello quando non è ancora del tutto aperto. Nella maggior parte delle varietà il portamento è eretto, piuttosto rigido, con rami verticali, lunghi e con un singolo fiore di grosse dimensioni in cima. Questa caratteristica rende queste rose particolarmente adatte ad essere usate come fiore reciso. Ogni anno ne vengono selezionate molte varietà proprio per il mercato del fiore reciso. Tra le caratteristiche richieste per queste varietà c’è la totale mancanza si profumo. Tra le varie sostanze volatili che compongono il profumo c’è l’etilene, un gas che, nella fisiologia delle piante, funge da ormone per la senescenza. In pratica, è l’etilene a far ingiallire le foglie in autunno e a far appassire i fiori. Se le rose recise fossero profumante, una volta messe nel cassone di un camion per il trasporto, appassirebbero
La rosa HT "Terra Nostra".
La rosa HT “Terra Nostra”.
subito.
Nel giardino sono indicate per lo sfondo delle aiuole o contro i muri.
Le rose floribunda sono arbusti cespugliosi, selezionati per ovviare alla rigidità del portamento degli ibridi di tea. Formano bellissime macchie di colore. I fiori sono molto simili a quelli delle rose HT, ma sono quasi sempre raccolti in grappoli. Se volete creare un’aiuola di rose moderne di grande effetto, potete mettere delle rose floribunda in primo piano con delle HT sullo sfondo.
Molti inseriscono nelle rose moderne anche le rose inglesi. Io, per la loro specificità, preferisco trattarle separatamente. Ne parlerò nel prossimo articolo.
La catalogazione delle rose moderne, e molte delle informazioni che ho dato, sono tratte dal libro “Rose moderne” di Michela Mollia, edizioni Edagricole.
A presto!
Enrico Proserpio

TanTop Royal: Rose made in Germany





Prodotto Facile, Sano, Resistente

Assortimento composto da 90 Varietà del catalogo Rosa Nova sas fra: Rose Nostalgiche, Ibridi di thea, Rose Patio, Rose coprisuolo, Rosai rampicanti, Rosai arbustivi, Rosai floribunda.

Le Rose TANTOP Royal si piantano così:
-Estrarre la rosa verso l'alto
-Immergerle in acqua per 5 min la rosa con tutto l'involucro (compresa la rete)
-Non manomettere la rete che avvolge la pianta.
-Piantare la rosa nel terreno a bordo vaso.

Per chi fosse interessato alle rose e/o al catalogo mi contatti al cell. 3386079319

sabato 14 febbraio 2015

Vendesi Terreno Agricolo


All'interno del Parco del Grugno Torto
(Palazzolo Milanese) in provincia di Milano.
Per chi è interessato sono già frazionati in lotti da 1500 mq, 2500 mq e 5000 mq.

venerdì 13 febbraio 2015

Hamamelis mollis

IMG_1511Non si può non citare l’ Hamamelis tra le fioriture interessanti di questo periodo,gli inglesi la chiamano ” witch hazel” a causa dei petali dei fiori, che ricordano una capigliatura scomposta e ribelle come quella delle streghe, e  foglie e  frutti che vagamente assomigliano a quelli del Nocciòlo (Corylus avellana).
I suoi fiori, che compaiono a gennaio, hanno petali filiformi di un bel color giallo vivo delicatamente profumati, ma non è la sola caratteristica gradevole di questo arbusto. Il portamento  è ordinato ed elegante, stretto alla base e con ramificazioni che si allargano verso l’alto, in autunno le sue foglie cambiano colore e diventano giallo-arancio con sfumature bronzee. Insomma una pianta dai molteplici aspetti ornamentali ma anche facile da coltivare, resistente al freddo e ai patogeni.

Vivaismo oggi: che ne pensate?

Disponibilità vivaistiche. Opportunità o problema? Alcuni paesaggisti si sono lamentati con me, con tono un po' indignato, perchè non trovano piante nei numeri richiesti dal loro progetto. La soluzione è un segreto di Pulcinella e sono anni che ne parliamo, forse i tempi sono maturi perchè si possa concretizzare una "produzione on demand". Avete un grande progetto da realizzare? Magari occorreranno 3 anni perchè si arrivi alla posa della prima pianta. Perchè allora non accordarsi su specie, varietà, misure e prezzi da concordare oggi per il ritiro fra 3 anni? Oggi è impensabile produrre centinaia se non migliaia di piante sperando di poterle vendere una volta giunte a maturazione. Il mercato è cambiato, il vivaismo anche, dobbiamo trovare un punto di equilibrio per entrambi.



Pensiero di Francesco Mati

Mattinata passata a fare il fotomodello. Il montgomery è un classico!!!

Acer platanoides

Acer platanoides

Prusnu avium Plena


Acer platanoides Coloumnaris

Acer platanoides Columnaris

Quercus spp.

Quercus spp.

Platani

Platani

Fraxinus excelsior

Fraxinus excelsior

Fraxiunus angustifolia Rainbow

Acer angustifolia Ranbow

Fraxiuns angustifolia Rainbow

Acer platanoides


Acer platanoides
Se trovate interessante il materiale esposto: contattatemi al cell.3386079319
Leonardo

giovedì 12 febbraio 2015

Questione di etichetta

Di ritorno dall'IPM Essen, Fiera internazionale per il florovivaismo, le considerazioni di certo non mancano. Per quel che riguarda le piante, le vere novità, intese come reali introduzioni di nuove specie, sono assenti.
Notevole come sempre invece, il miglioramento varietale di essenze esistenti, sia per le piante da esterno e ancora di più per le stagionali da fiore, in particolare Pelargoni, Surfinie, Hibiscus -rosa sinensis, Primule, Ciclamini e e quant'altro.
Kiwi Berry, Actinidia arguta
Per quanto concerne le specie da esterno è interessante notare un considerevole aumento di produttori o distributori di piante eduli, oltre che decorative. Sarà per effetto della crisi mondiale, o per lo slogan dell'imminente Expo 2015 "Nutrire il pianeta", ma anche i ricchi Nordeuropei cominciano a pensare che sia il caso di coltivare qualcosa che si possa anche mangiare, come dimostra anche l'incremento degli espositori esteri che si occupano di soli frutti. Si va dai noti mirtilli, lamponi, ribes, uva spina, a frutti meno noti, quali, ad esempio il Kiwi Berry, proposto come specie ricca di Vitamina C, di piccola taglia, coltivabile in cassetta e indiscutibile fonte di salute. Il Kiwi  Berry in effetti, altro non è che un miglioramento dell'Actinidia arguta, o anche Mini Kiwi, presente da molto tempo in Italia, ma nota solo a pochi amatori, dato che non era ancora stata pubblicizzata e nemmeno era provvista di etichetta così accattivante. 
Nuove etichette di rose rampicanti
Sempre in tema di etichette accattivanti, mi ha molto colpito quella ideata per la vendita di rose rampicanti: indubbiamente geniale, specie durante il periodo invernale, ma che, colore a parte, non fornisce all'utente, alla fine della giostra, un maggior numero di informazioni oltre a quelle schematiche del tipo "coltivare al sole, resistente al freddo, epoca di fioritura maggio-settembre, potare in inverno"  che si trovano anche su etichette di taglia mini e sicuramente meno costose. 
Ulteriore novità proposta da vari espositori è la serie "Hydrangea Music Collection":  7 varietà caratterizzate da colori diversi di Ortensie con fiore sferico, denominate con temi musicali: Blue Ballad, Blue Boogiewoogie, Deep Purple Dance, Pink Pop, Soft Pink Salsa, Purple Punk and Red Reggae e corredate naturalmente da una divertente etichetta a forma di chitarra.

Hydrangea Music Collection  Pink Pop 
Hydrangea Music Collection Red Reggae

 Una trovata commerciale di sicuro effetto, ma le piante, di per sè, non mi pare che abbiano caratteristiche diverse e inconfondibili che le differenziano da altre cultivar già presenti. Una volta tolta l'etichetta, possono essere scambiate o sostituite, per colore, forma, taglia, fogliame, con Hydrangee similari, ma sono altrettanto sicura che, una volta poste sui banchi di un Garden Center con questa confezione vengano acquistate più velocemente di altre senza nome e cognome.
Il punto è che noi siamo vivaisti produttori. Ben vengano le iniziative commerciali volte a informare i consumatori,  a far conoscere le qualità peculiari di una pianta, frutto di una lunga ricerca varietale e che si differenzia veramente dalle altre, per caratteristiche di bellezza, colore, forma, serbevolezza dei frutti o  robustezza. Mi piace meno invece vedere che anche le piante vengono trattate come se fossero oggetti, la cui confezione vale e diventa più importante del prodotto. Come dire...tutto fumo, ma di arrosto, alla fine, ce n'è poco. Mi chiedo se il consumatore finale, che al Garden center o al supermercato acquista il prodotto, è consapevole del fatto che sta pagando di più qualcosa, solo perchè  è corredata da una foto grande come un lenzuolo. E anche se si sofferma a guardare la buona conformazione della pianta o solamente la confezione con la quale viene proposta. Un'etichetta ci deve essere, ma essenzialmente per due funzioni, INFORMARE E CERTIFICARE: informare il consumatore delle caratteristiche della pianta, del colore del fiore, dell'epoca di fioritura (sia pur indicativa, in funzione ovviamente di altitudine e latitudine) delle esigenze colturali; certificare la varietà, particolarmente importante quando, come sarebbe buona norma, si acquista in inverno, in assenza di foglie e di fiori. Per questo è sufficiente scrivere, nella maniera più chiara e sintetica possibile, le nozioni che servono.
Tutto il resto a mio avviso, è affare da fioristi; il prodotto protagonista e sul quale stiamo investendo, è la pianta, non il fiocco di contorno. Sicuramente attraente per chi compra e gradito se si riceve in regalo, ma destinato inesorabilmente a marcire una volta posto a dimora all'aria aperta.

mercoledì 11 febbraio 2015

Schizzo di un nuovo proposito: Do you like?


Balcone salotto a sud: attualmete

Balcone salotto a sud: proposito
Balcone cucina a nord: attualmente

Balcone cucina a nord: proposito