C' è un
nuovo, potenziale rischio fitosanitario per molte cupressacee, a causa di una
specie di Phytophthora ancora poco conosciuta. P. austrocedri è
stata descritta nel 2007 in Argentina come causa della moria di Ciprès de la
cordillera (Austrocedrus chilensis (D. Don) Pic. Ser. e Bizzarri;
sinonimi: Cipresso della Cordigliera; Chilean incense Cedar; Mountain cypress)
in Patagonia. Il patogeno è stato trovato in Gran Bretagna nel 2010 come agente
di deperimento del ginepro (Juniperus communis) e nel 2011 in un parco
del Nord Inghilterra su Chamaecyparis lawsoniana e Chamaecyparis
nootkatensis.
Segnalato in Germania nel 2001 dal Julius Kuhn-Institute Datasheet su Juniperus horizontalis “Glauca”, è attualmente incluso (num. 21) nella lista delle 29 specie di Phytophthora considerate critiche per gli USA, pubblicata dal CPHST-Plant Epidemiology and Risk Analysis del 2009. Recentemente P.austrocedrae è stata inclusa nella Cooperative Agricultural Pest Survey List (2014) e considerata una priorità nei programmi di regolamentazione USDA.
Segnalato in Germania nel 2001 dal Julius Kuhn-Institute Datasheet su Juniperus horizontalis “Glauca”, è attualmente incluso (num. 21) nella lista delle 29 specie di Phytophthora considerate critiche per gli USA, pubblicata dal CPHST-Plant Epidemiology and Risk Analysis del 2009. Recentemente P.austrocedrae è stata inclusa nella Cooperative Agricultural Pest Survey List (2014) e considerata una priorità nei programmi di regolamentazione USDA.
Studi su Phytophthora austrocedrae sono condotti in Gran Bretagna ed Argentina dove la malattia è diffusa in natura su specie arboree ed arbustive autoctone, rispettivamente Juniperus communis ed Austrocedrus chilensis. I sintomi su ginepro consistono nell’apparizione di diffusi disseccamenti della chioma come conseguenza di lesioni delle parti basali, originate sul sistema radicale e velocemente estese lungo il tronco. Pur con meno frequenza sono state descritte anche lesioni su parti aeree.
Floema e tessuti cambiali della pianta vanno incontro ad immediata distruzione e perdita di funzionalità. Il cipresso della cordigliera presenta lesioni radicali e basali non oltre il primo metro da terra. Floema, cambio e primi strati xilematici vengono invasi dalle ife del patogeno.
Le piante colpite sono fortemente soggette a sradicamento a causa dei veloci processi di marciume radicale ad opera dei numerosi organismi secondari, prontamente attivi dopo la morte dei tessuti vitali causata da P.austrocedrae. Le modalità di infezione di questo patogeno, lungi dall’essere comprese adeguatamente, dimostrano, in accordo con quelle di altre specie congeneriche maggiormente studiate, di avere una complessità assai alta e di poter fare conto su più strategie di infezione dirette verso più tessuti bersaglio dell’ospite: rami, fusto, chioma, radice e probabilmente anche radici sottili.
Sia in Europa che in America Latina la malattia è maggiormente concentrata in stazioni a scarso drenaggio e lungo le zone di impluvio. Molte specie di Phytophthora condividono questo aspetto ecologico, legato alle tecniche di dispersione acquatica delle spore. Recenti rilievi su vaste aree nella provincia del Chubut hanno mostrato che pascolo brado e presenza di strade sono i fattori maggiormente significativi per l’incidenza della malattia.
La prima
segnalazione del Mal del Ciprès fu effettuata nei pressi dell’arboreto
dell’isola Victoria, Lago Nahuel Huapi, Provincia del Rio Negro e Neuquén, nel
1948. L’arboreto, associato ad attività vivaistica, è tuttora presente. Ebbe
origine all’inizio del novecento ad opera di immigrati Ungheresi. Grazie a
questo particolare ed in base a dati molecolari per ora assai deboli, pare
logico supporre che il patogeno possa essere giunto in Europa dall’America
Latina, ma il suo indigenato, per il momento, resta sconosciuto.
La notevole
virulenza di P.austrocedrae e la propensione verso la famiglia delle Cupressaceae,
giustificano pienamente le misure precauzionali adottate dagli Stati Uniti.
L’Unione Europea, nella fatispecie a supporto ed in collaborazione con il
settore vivaistico, dovrebbe accendere un ultriore nuovo riflettore sulla
questione, al fine di arginare eventuali seri problemi (effettivi e non più
eventuali per UK) tanto per il commercio di painte in vaso, quanto per la
tutela di aree naturali a rischio.
Duccio Migliorini
Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante –
CNR
DiBA Università degli studi di Firenze
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