1 - PROGETTAZIONE
E VALUTAZIONI PRELIMINARI
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Molto importante è la valutazione
delle condizioni di crescita del prato,
tenendo presente che l'erba richiede la luce solare per almeno qualche ora al
giorno. E' quindi opportuno non far arrivare il prato proprio sotto alla chioma
di grossi alberi, dove il terreno è più secco ed ombreggiato, ricco di radici
superficiali, oppure nelle zone sempre in ombra vicino ai muri. In queste zone
possiamo rimediare mediante l'impiego di arbusti e piante tappezzanti.
Per una buona riuscita del nostro
lavoro dobbiamo quindi effettuare un'attenta valutazione
delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno, possibilmente
mediante un'analisi eseguita in laboratorio: raramente in natura esiste un
terreno che possieda tutte le qualità ottimali, ma con opportuni interventi è
possibile migliorarlo per facilitare la crescita delle piantine erbacee.
Se ci è troppo complicato far
effettuare un'analisi del terreno, è molto importante valutare almeno il pH del terreno, mediante appositi kit molto
semplici da utilizzare, tenendo ben presente il fatto che la maggior parte
delle graminacee che costituisce il tappeto erboso gradisce valori di pH
compresi tra 5,5 (leggermente acido) a 7,5 (leggermente alcalino). Se il pH è
inferiore a 5 (terreno acido) possiamo intervenire aggiungendo ammendanti come
gesso o calce triturata (non superando i 100-150g/m2), mentre se il
pH è superiore a 7,5 (terreno alcalino) si interviene con l'aggiunta di torba
acida o di concimi acidificanti come il solfato ammonico.
La profondità,
cioè lo spessore di terra fertile ed utile alle radici, dovrà essere di almeno
25-30 cm, con scheletro scarso e tessitura
piuttosto fine. La struttura preferibile è quella glomerulare, in quanto
favorisce enormemente la circolazione dell'acqua e dell'aria nel terreno. Il contenuto
in sostanza organica dovrà essere abbastanza elevato, sia per il nutrimento
che essa fornisce alle piante, sia perchè contribuisce al mantenimento delle
caratteristiche ottimali del terreno. Anche il rapporto argilla/sabbia
deve essere equilibrato, perchè l'eccesso dell'una o dell'altra farebbe
peggiorare la qualità del terreno.
La valutazione delle condizioni
climatiche del luogo, delle caratteristiche del terreno e delle condizioni di
crescita del prato, unitamente alle considerazioni inerenti all'uso previsto
del tappeto erboso, al tipo di manutenzione che sarà applicato, oltre che alle
sue caratteristiche ornamentali, permettono di determinare la scelta del tipo di semente da impiegare: per
ottenere tappeti erbosi resistenti al calpestio si utilizzano quasi
esclusivamente specie appartenenti alla famiglia delle Graminaceae, che sono
verdi tutto l'anno e sopportano molto bene i tagli frequenti.
Generalmente si usano miscugli composti da 4-5 specie in consociazione, per
garantire una maggiore adattabilità alle condizioni climatiche ed una maggiore
resistenza alle malattie (rispetto ad una specie singola).
2 - PREPARAZIONE
DELL'AREA DI LAVORO
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Se vogliamo ottenere un ottimo
risultato, teniamo sempre ben presente che le condizioni del terreno dovranno
essere le migliori per poter ospitare e permettere la germinazione dei semi dai
quali prenderanno origine le piantine erbacee che andranno a formare il prato.
Ciò significa che dovremo ottenere un terreno soffice e permeabile, ben
concimato e col pH più adatto.
Per ricreare queste condizioni, la
prima cosa da farsi è la pulizia dell'area,
con rimozione di tutti i materiali non graditi. Bisogna innanzitutto eliminare tutti i residui del vecchio prato.
Ciò può essere ottenuto mediante un diserbo preventivo, effettuato irrorando un
diserbante sistemico (tipo glifosate) almeno 8-10 giorni prima,
che dissecchi tutta la vegetazione presente, oppure eliminando manualmente
residui di piante e radici dopo la lavorazione del terreno.
Altri materiali da rimuovere sono
tutti i detriti lasciati dai muratori,
come pezzi di mattone, blocchi di cemento, materiali ferrosi ed altri materiali
di scarto, i sassi e rocce affioranti,
così come le ceppaie di alberi ed arbusti eliminati e le grosse radici superficiali. Se il terreno è lasciato
dai lavori edili in condizioni molto difficili da rimediare, si può pensare ad
una rimozione dello strato superficiale ed alla sua sostituzione con uno strato
di 25-30 cm di terreno agrario.
Si procede quindi agli eventuali movimenti di terra, colmando le buche e dando un
leggera pendenza al prato verso i bordi, per evitare il ristagno idrico
facilitando il deflusso delle acque che scorrono in superficie.
A seconda dei risultati ottenuti
dall'analisi del terreno dobbiamo ora intervenire sulla sua composizione,
effettuando le necessarie variazioni del pH
mediante lo spargimento di prodotti correttivi, ed il miglioramento della fertilità con lo spargimento
di fertilizzanti, ammendanti e sostanza organica nelle quantità necessarie.
Tali prodotti sparsi in superficie verranno integrati nel terreno con le
lavorazioni successive.
3 - LAVORAZIONE
DEL TERRENO
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Se il
terreno è eccessivamente compattato è necessario effettuare un'aratura (nei giardini dove è possibile manovrare
con macchinari abbastanza ingombranti) od una vangatura
(nei giardini di minori dimensioni) allo scopo di diminuire la compattazione e
facilitare le successive lavorazioni. Dopo questa operazione, se non l'abbiamo
fatto in precedenza, siamo ancora in tempo ad intervenire sulla composizione
chimico-fisica del terreno.
Deve poi
seguire una fresatura, per frantumare,
rimescolare ed omogeneizzare lo strato più superficiale del terreno,
distribuendo uniformemente concimi ed ammendanti, migliorando la struttura e
quindi facilitando gli scambi idrici e gassosi del terreno sia con le piante
che con l'atmosfera.
Naturalmente
bisogna eliminare tutti i detriti che vengono portati in superficie da queste
ulteriori operazioni.
4 - RULLATURA E
LIVELLAMENTO DELLA SUPERFICIE
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Dopo aver
lavorato il terreno, incorporando i concimi ed omogeneizzando lo strato
superficiale, si deve procedere ad una leggera rullatura,
per assestare e comprimere leggermente la zona lavorata: nei piccoli giardini
ciò può essere ottenuto con piccoli rulli trainati a mano, mentre nei giardini
di maggiori dimensioni è necessario l'impiego di rulli trainati da mezzi
semoventi. Durante questa lavorazione potrebbero riemergere sassi e detriti
sfuggiti alle precedenti operazioni: eliminiamoli prontamente per lasciare la
superficie del terreno completamente libera.
Si passa poi
all'operazione successiva, consistente in un livellamento
finale della superficie da seminare, da eseguirsi mediante
rastrellature effettuate a passaggi incrociati, eliminando tutti gli
avvallamenti o le zone in rilievo eventualmente presenti e sgretolando le zolle
di terra rimaste ancora molto grosse. Lo scopo è quello di ottenere una
superficie soda ed omogenea in tutti i suoi punti, con zolle ben sminuzzate,
eliminando nel contempo tutti i residui non desiderati eventualmente presenti.
Se la
superficie risultasse ancora molto morbida si può procedere ad un'ulteriore
rullatura, dopo la quale il terreno è ormai pronto per ricevere la
semente.
5 - SEMINA
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Dando per
scontato l'impiego di sementi di alta qualità, altamente germinabili e ad
elevato grado di purezza, premettiamo che per la germinazione dei semi c'è
bisogno di un certo livello di umidità, di temperatura e la presenza di
ossigeno.
Le specie
cosiddette "microterme", impiegate generalmente nel Centro-Nord,
germinano a temperature comprese tra 15 e 25°C, mentre le
"macroterme", impiegate in climi più caldi, hanno bisogno di
temperature più elevate. Tali condizioni si verificano in genere in due periodi
dell'anno: marzo-aprile e settembre-ottobre. La semina in settembre è
senz'altro preferibile in quanto le temperature sono abbastanza elevate e c'è
la maggiore possibilità che i mesi seguenti siano sufficientemente umidi e piovosi.
Inoltre in questo periodo è minore la germinazione delle piante infestanti.
L'operazione
della semina è da eseguirsi in una
giornata asciutta ed in assenza di vento. Possiamo effettuare una semina
manuale oppure mediante l'impiego di apposite attrezzature, sempre però
eseguendo due passaggi incrociati, per favorire la distribuzione omogenea della
semente su tutta la superficie.
Possiamo poi
effettuare una rullatura finale, che
permette alle particelle di terreno di aderire meglio ai semi. Tale operazione
può essere effettuata anche dopo la germinazione e subito prima del primo
sfalcio, quando i fili d'erba sono lunghi 6-7 cm, per rassodare il terreno in
prossimità delle radici e favorire l'accestimento, con l'emissione di nuovi
getti dal culmo delle piantine erbacee.
L'operazione
conclusiva della realizzazione di un nuovo prato è l'irrigazione: dopo la semina la superficie del terreno deve
rimanere costantemente umida, fino a che i semi non saranno germinati e l'erba
sarà alta qualche centimetro. Dopo questa fase bisognerà diradare gli
interventi irrigui, prolungandone però la durata, in modo che l'acqua possa
penetrare nel terreno per uno strato di 20-25 cm, permettendo l'approfondimento
dell'apparato radicale delle piantine.
7 - 1° TAGLIO ED
INIZIO DELLA MANUTENZIONE ORDINARIA
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Terminate
queste operazioni non rimane che attendere la crescita del tappeto erboso per
iniziare con le normali tecniche di manutenzione.
Molto
importante è il 1° taglio, da
effettuarsi quando i fili d'erba raggiungono l'altezza di almeno 10 cm,
tagliando i primi 3-4 cm apicali con un tosaerba dalle lame estremamente
affilate.